La donna è più vurnerabile
L’organismo femminile, rispetto a quello maschile, risulta più vulnerabile agli effetti dell’alcool. Lo riferisce uno studio (2019) del Ministero della Salute, ricordando che si definisce “a basso rischio” l’assunzione di un’unità alcolica nella donna e due nell’uomo.
L’unità alcolica viene identificata, nel nostro paese (anche in Svizzera e in Germania) pari a 10-12 grammi d’alcol, che corrispondono ad un bicchiere di vino di media degradazione (12°) di 125 ml. La stessa concentrazione si ritrova in 330 ml di birra (4,5°) e in 80 ml di aperitivo (18°).
La differenza tra i generi (maschile femminile) dipende dalle variazioni della massa corporea (maggiore o minore) e dall’efficienza dei meccanismi enzimatici di metabolismo dell’alcol, tenuto conto che solo nel fegato maschile è presente l’enzima alcol-deidrogenasi, assente nella donna.
A pari quantità alcoliche, corrispondono differenti livelli di alcolemia, tra uomo e donna, nel senso che la donna presenta ben più alte concentrazioni ematiche di alcol, rispetto all’uomo.
Di conseguenza, la donna “bevitrice” presenta:
- Maggior rischio di diventare alcolista.
- Maggior rischio di patologie epatiche, cardiovascolari psichiatriche legate all’uso e abuso di alcol.
- Maggiore rischio di sviluppare un tumore alla mammella, rispetto alla donna non bevitrice.
- Maggior rischio d’infertilità.
- Compromissione dell’attività ormonale delle ovaie, con conseguenti alterazioni del ciclo mestruale.
- Maggiore rischio di osteoporosi.
Alcuni associano all’alcool anche psicofarmaci (sedativi, ansiolitici, tranquillanti, ecc), con lo sfavorevole risultato di deprimere sensibilmente l’attività del sistema nervoso centrale.